la piscina di siloe
LI AMÓ FINO ALLA FINE.

Facciamo memoria dell’Ultima Cena, la Cena dell’Amore, la Cena del Servizio, la Cena a cui sedere per comprendere quanto i nostri occhi e la nostra mente ma soprattutto il nostro cuore vivrà nei prossimi giorni, anzi in quell’unico giorno grande che inizia stasera e avrà termine con il canto dell’Alleluia, della luce splendente!

Un memoriale: un pane spezzato e un sorso di vino; un chinarsi a bagnare-lavare i piedi ed asciugarli è quanto Gesù stesso offre ai suoi discepoli per affrontare l’orrore del Venerdì e il devastante silenzio del Sabato.

Viviamo la Pasqua uscendo da noi stessi, poniamo al centro di quest’unico grande giorno il Crocifisso risorto e lasciamoci trasformare dal dono dello Spirito che tutti abbiamo ricevuto nel giorno del nostro battesimo.

Viviamo e celebriamo la Pasqua.

E stasera entriamo nel Cenacolo, sediamoci accanto ai discepoli: è la Pasqua del Signore!

Vi dò un comandamento nuovo, dice il Signore: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Amare servendo e servire amando.

È il banchetto Eucaristico che stasera il Signore serve a ciascuno amando fino a farsi schiavo che lava i piedi.

È l’Amore che il Signore stasera manifesta preparando per noi il banchetto eucaristico: il suo pane, il suo vino, vero Corpo Eucaristico.

Impariamo da Gesù stasera l’Amore; impariamo da Gesù stasera ciò che siamo chiamati a realizzare nella nostra vita, nel nostro quotidiano, giorno dopo giorno.

Durante la Cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù… È il tempo dell’Amore, della Cena ed è anche il tempo del tradimento. Tutto è nelle mani di Gesù. È l’ora di riconsegnare tutto al Padre. Nessuno deve perdersi. Nessuno dovrà perdere. 

Gesù si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.

Non passiamo in fretta a guardare Gesù che lava i piedi ma soffermiamo la nostra attenzione sulle azioni che compie prima: si alza, depone le vesti, prende un asciugamano e lo lega attorno alla sua vita. Quindi versa dell’acqua nel catino…

Se vogliamo amare il prossimo servendo e servire il prossimo amando dobbiamo, come Gesù, alzarci dalle nostre comodità, da tutto quanto ci tiene immobile, come la comodità di un divano, o le nostre sicurezze, il nostro orgoglio, la nostra superbia. Alzarci è un tempo lungo che richiede pazienza, preghiera cadute e ricadute ma soprattutto tanta fiducia nel Signore! 

Se vogliamo amare il prossimo servendo e servire amando dobbiamo, come Gesù, deporre le nostre vesti: le tante maschere che Indossiamo o che gli altri ci chiedono di indossare. Deporre ogni veste fino a tornare all’inizio, ad essere creatura, libera e gioiosa. Deporre ogni veste fino ad essere solo il tuo nome, quello che il padre ha scritto nel libro della vita. 

Se vogliamo amare il prossimo servendo e servire amando dobbiamo come Gesù, prendere un asciugamano e mettercelo attorno alla vita: prendiamo la Carità, rivestiamoci di carità, quella carità che nulla chiede in cambio ma che tutto dona virgola anzi che si fa dono a tutti. 

Solo adesso possiamo amare servendo e servire amando: laviamo i piedi, lasciamoci lavare i piedi ma con l’acqua versata nel catino. È l’acqua che lava, è l’acqua versata nel catino che bagna i piedi. L’acqua, il dono dello Spirito, lo Spirito Santo stesso. 

Oggi forse non ci viene chiesto materialmente di lavare i piedi ma sicuramente dobbiamo pregare incessantemente, come chiesa, ed invocare per tutti, nel tempo della cena e del tradimento, il dono dell’acqua, lo Spirito Santo. È lo Spirito che lava e purifica.

È Cristo che dall’alto della Croce ci darà il suo corpo come vero cibo e Vera bevanda.

È Cristo che dall’alto della Croce mentre spira darà ciascuno l’acqua dal suo costato, il dono dello Spirito.

Mangiamo il Cibo di Cristo, lasciamoci bagnare dall’acqua e nel tempo della Cena e del tradimento serviamo amando mentre cadiamo e continuiamo, mentre cadiamo, ad amare servendo. È Pasqua. È la Pasqua del Signore!

 

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