la piscina di siloe
LO DICO A TUTTI: vEGLIATE!

L’avvento è il tempo dell’attesa e la chiesa ci dona di riempire questo tempo del dono del Padre all’umanità, di Cristo Gesù, il risorto, colui che è sempre presente e che dona lo Spirito. 

Tempo. Dono. Spazio. Grazia!

Avvento, tempo di attesa, tempo in cui impariamo ad attendere, tempo per conoscere i tempi di Dio, di colui che non solo crea ma che ama e tutti vuole salvi.

Avvento, tempo di attesa del ritorno del padrone. Avvento, tempo di attesa per il padrone.

E, in questo primo giorno di avvento, inizio del nuovo tempo liturgico che vivremo nelle celebrazioni e attualizzeremo negli spazi e negli ambienti di vita che ci vedranno protagonisti, l’evangelista Marco ci invita a vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.

Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». 

Un uomo parte e lascia la propria casa a dei Servi che devono custodirla, ognuno con il proprio compito.

L’uomo è Dio Padre, l’uomo è Dio figlio, la casa da custodire è il creato tutto, l’umanità, i servi la Chiesa tutta, ogni uomo ed ogni donna, il portiere lo Spirito Santo.

Tutto è affidato all’uomo. La casa, il giardino dell’Eden l’uomo deve custodire, coltivare. All’uomo è affidata la donna e la donna deve proteggere l’uomo.

Vegliare, lavorare, attendere nella gioia Dio, il Padre, perchè è sempre bello incontrare colui che ha riposto la propria fiducia in noi, colui che crede nell’uomo. Mentre quotidianamente viviamo la nostra vita da guardigni l’uno nei confronti dell’altro, Dio si fida, Dio si affida, Dio si dona e dona tutto di se stesso! 

Quanto è bello e consolante sapere che il Padre, il Figlio, lo Spirito ripongono la propria fiducia nell’uomo. Con Paolo e con le sue parole rivolte ai Corinzi osiamo dire e siamo chiamati a rendere continuamente grazie a Dio Padre a motivo della Grazia che c’è stata data in Cristo Gesù.  In lui siamo stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza.

L’uomo parte ma il suo volto risplende nel dono della parola e della conoscenza che illuminano la casa da custodire, l’uomo da proteggere.

Vegliate dunque perché non sapete quando il padrone torna.
Vegliare allora è custodire, prendersi cura del Creato. 
Vegliare allora è amare, proteggere l’uomo, la donna, il bambino, la bambina, l’anziano.

O Chiesa veglia,
prega e attendi il tuo Signore
mentre ti prendi cura del creato
ed ami il prossimo, colui che devi proteggere.

Il tuo padrone non tarda ma sa aspettare: i suoi tempi sono i tuoi tempi, la sua attesa è attesa di amore paziente, quasi bisognoso e mendicante dell’amore dell’uomo.

Come vegliare? Come attendere il padrone che di certo verrà?

Il profeta Isaia ci esorta a non vagare lontano dalle vie del Signore, a non allontanarci dal suo amore, a non indurire il cuore, a far memoria continuamente di quanto il Signore opera per ciascuno. Ed ancora il profeta Isaia ci ricorda una certezza: Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani.

Attendere con la consapevolezza di essere argilla da lasciarsi plasmare dallo Spirito perchè tutti siamo opera delle mani del Padre. Attendere, vegliare, pregare. Andare incontro a colui che davvero veglia e plasma con i compiti che ha affidato prima della sua partenza. A tutti un compito, a ciascuno il suo compito ma solo ad uno il compito del portiere, di far entrare ed uscire, al quale rivolgersi ed invocare nel tempo dell’attesa, nel tempo in cui siamo argilla, nel tempo in cui diveniamo opera delle mani di Dio. Il portiere è lo Spirito: lui plasma, opera, custodisce, aiuta nei compiti da compiere. La casa è al sicuro poiché è in mano al portiere ed il portiere aprirà la casa, permetterà l’incontro dei servi con il padrone e del padrone con i servi quando tutto è pronto! Vegliate! Allora i servi ed il portiere diranno: Vieni, Signore Gesù! Ritorna, o Padre, per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità. 

Vieni, ritorna, non importa se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino.

Noi attendiamo vigilanti la gloriosa venuta. 

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