la piscina di siloe
ECCO LO SPOSO. aNDATEGLI INCONTRO!

Ha sete di te, Signore, l’anima mia
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.

Dieci vergini, cinque stolte e cinque sagge.
Dieci vergini escono per andare incontro allo sposo con le loro lampade. Le sagge prendono in piccoli vasi anche l’olio.

Lo sposo tarda. È necessario attendere e tutte le vergini si assopiscono, tutte tornano alle loro faccende quotidiane. Un’attesa e un tempo per ascoltare la voce che annuncia l’arrivo dello sposo e andargli incontro, ponendo così fine al tempo dell’attesa.

Un’attesa e un tempo segnati per le cinque vergini sagge dal battito del cuore, dal desiderio dell’incontro che aumenta con il tardare dello sposo.

Per le stolte l’attesa è segnata dallo scorrere delle lancette dell’orologio che fa diminuire inesorabilmente il desiderio dell’incontro, l’attesa dello sposo.

Le dieci vergini conoscono lo sposo, sono state invitate alle nozze, hanno sperimentato l’amore dello sposo ma solo cinque di esse sono entrate nella stanza del talamo, vivono l’intimità. Così, queste, si alzano di buon mattino e cercano, desiderano, attendono lo sposo.

Lo Sposo è la sapienza cantata dal popolo d’Israele.

Lo sposo-sapienza è splendido e non sfiorisce facilmente, si lascia vedere e trovare da quelli che lo cercano e lo desiderano. Riflettere, pensare-ripensare allo sposo-sapienza è intelligenza perfetta e chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni.

È mezzanotte. Si leva un grido, una voce: Ecco lo sposo! andategli all’incontro!
Iniziano gli affanni per le cinque vergini stolte: hanno le lampade ma non sono pronte, manca l’olio, manca il loro amore per lo sposo che è sfiorito nell’attesa di un tempo segnato solo dalle lancette dell’orologio.

Signore, Signore, Aprici!
In verità vi dico: non vi conosco. In voi non trovo nessun amore. Nessun desiderio. Non avete pensato a me nelle vostre veglie notturne ma vi siete date ai vostri affanni, ai vostri pensieri.

Il battito del cuore delle sagge, che ha scandito l’attesa, all’ascolto della voce: Ecco lo sposo andategli incontro, a mezzanotte, proprio mentre vegliano e pensano allo sposo, si fa forte, raggiunge ogni membro del corpo, trasalisce fino alla gola…
Tutto è pronto, entrano con lo sposo nella stanza nuziale e la porta fu chiusa.

Alziamoci di buon mattino e accendiamo il desiderio dell’attesa dello sposo.

Nel nostro camminare, lungo le strade della nostra vita, dall’incontro con il povero, con il misero e con colui che ci tende la mano alimentiamo il desiderio dell’attesa dello sposo, le lampade con l’olio della Carità.

Nella preghiera, nell’ascolto della Parola, nelle Eucarestia e nell’Adorazione dissetiamoci e saziamoci e l’acqua zampillante e il cibo del cielo muteranno l’attesa segnata dalle lancette del tempo in battito del cuore, la lode della bocca in lode gioiosa, in desiderio ardente.

A mezzanotte, quando tutto dorme, e solo il nostro cuore veglia, ascolta la voce: é lo Sposo! Andategli incontro!

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