la piscina di siloe
ama dio. ama il prossimo.

 

«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?»

Ancora una sfida per Gesù da parte dei farisei. Una sfida, una richiesta per costringere Gesù a scegliere tra le tante leggi di Mosè quella prima, quella più importante. 

Una sfida davvero grande: dare un’interpretazione nuova alla legge tutta. 

Amare Dio. Amare il prossimo.

Ancora una volta, come ai sadducei, Gesù non dà una risposta, non sceglie e non indica nessuna legge. Grazie a Dio, oserei dire, non aggiunge legge a legge, interpretazione ad interpretazione ma invita ad entrare, ciascuno nella propria intimità, nella stanza del proprio cuore e a chiedersi, a trovare la risposta alla domanda prima: Amo Dio? Amo il prossimo?

Nessuna legge è prima e tra le leggi nessuna si può anteporre all’altra ma l’amore a Dio e al prossimo siamo chiamati a tessere, con cuore di carne il cui battito è dato dai due ferri con cui si lavora la lana, un tempo dato non dalla legge ma dalla pazienza, dalla costanza, dall’amore con cui le nostre mani tengono i ferri per la nuova maglia.

Dio Padre, dunque! Sopra il Padre nessun altro, nessuna legge, nemmeno l’antica legge.

Amare Dio Padre non perché una legge ti impone di amarlo ma perché il Padre per primo ti ama, ti sceglie, ti chiama, ti segue!

L’amore al Padre sarà dunque sempre un amore di risposta e non osservanza della legge. Risposta ad una chiamata che si fa intreccio per una nuova tessitura, un nuovo capolavoro, una nuova creazione.

Non è stato così per Abramo, Mosè, i profeti? Non è stato così per Maria, la fanciulla di Nazareth? Non è stato così per ogni santo? E, se adesso, facciamo della nostra storia di fede, di amore al Padre, ci accorgeremo che è così anche per noi.

Non l’osservanza della legge ma la risposta ad un amore, non la perfezione data dall’osservanza sterile della legge ma l’incontro di cuori, di mani, di piedi sono amore per il prossimo, amore per Dio Padre.

Ama il prossimo, ama te stesso, ama l’uomo che sei, ama l’uomo che l’altro è. Amalo così com’è: sfatto, sudicio, a brandelli. Amalo così com’è: triste, lunatico, accidioso. Amalo così com’è: gioioso, solare, generoso!

Ama l’uomo, il sostantivo che porta in sè, l’immagine che nessuna legge dal quale viene ogni aggettivo per l’uomo potrà mai scalfire.

Amare il prossimo è amare l’uomo, la donna, così come sono. Nessun aggettivo, per quanto bello e grammaticalmente corretto, dato dall’osservanza o meno di una legge, potrà mai cambiare l’uomo, la donna, il sostantivo che è dono gratuito di Dio. Prima il sostantivo, poi l’aggettivo. 

Ama il prossimo, fatti a lui vicino, rendilo davvero e fisicamente a te vicino abbattendo ogni barriera con forza e coraggio, soprattutto quelle barriere che lo rendono invisibile, privo di profumo, di calore, privo di un battito da ascoltare.

Ama Dio, rispondi alla sua chiamata, al suo amore. Seguilo e quando non lo vedi più, fermati, guarda dietro, ti sta seguendo con pazienza.

 

 

 

 

 

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