la piscina di siloe
NASCA LA CARITÀ IN OGNI UOMO!

Preparerà il Signore degli eserciti
per tutti i popoli, su questo monte,
un banchetto di grasse vivande,
un banchetto di vini eccellenti,
di cibi succulenti, di vini raffinati.
Egli strapperà, su questo monte,
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre distesa su tutte le nazioni.
Eliminerà la morte per sempre.
Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto.

È il profeta Isaia che parla al popolo della prima Alleanza ed è sempre il profeta Isaia che oggi parla a tutti i popoli:
preparerà il Signore un banchetto di grasse vivande,
di cibi succulenti.

Eliminerà la morte per sempre,
asciugherà le lacrime su ogni volto.

Come non pensare in questo momento storico alla guerra tra fratelli, tra palestinesi e israeliani. Come non pensare alle tante lacrime versate, oggi, da donne, mamme, spose, bambini. Uomini in guerra.

E Gesù con la parabola si rivolge ai sacerdoti, agli scribi ed oggi ai potenti della terra, ai potenti del popolo d’Israele e del popolo palestinese ed annuncia: il re ha preparato il banchetto. Per tutti è il banchetto, nessuno è escluso. A tutti è dato l’annuncio.

Il cibo è donato nel pane Eucaristico, spezzato per tutti, in quella cena in cui il maestro si faceva servo. Il vino succulente è versato per tutti e sgorga da quel costato aperto dalla lancia del soldato che dirà davvero costui è il figlio di Dio.

Anche oggi i potenti sono impegnati nella guerra e non vogliono andare, non desiderano sedersi a quel banchetto che tutti li rende fratelli.

Anche oggi gli interessi terreni: campi, guadagni, affari tengono lontani dal banchetto.

Ma il re non si arrende, tutti adesso sono invitati: buoni e cattivi. Tutti coloro che abitano i crocicchi delle strade, coloro che non hanno una propria volontà perché la povertà e il sopruso dei potenti li ha resi incapaci di vivere.

La festa è pronta, gli invitati hanno riempito la sala delle nozze ed entra il re per vedere i commensali e li scorge un uomo, un popolo, una nazione che non indossa l’abito nuziale. Legatelo mani e piedi e buttatelo fuori.

Come possiamo oggi sentire che persone che hanno accettato l’invito e sono entrati nella sala delle nozze, hanno pregato e fatto festa con Dio, il Re, uscire dalla sala e inneggiare alla guerra, all’odio, alla morte?

Costoro sono entrati perché invitati. Non importava se buoni o cattivi.

Ma sono stati trovati senza l’abito nuziale.

Hanno accettato l’invito, hanno aderito alla fede ma non si sono rivestiti della Carità che è innanzitutto amore per il fratello, per colui che abita la tua stessa terra, la tua stessa casa, la tua stessa stanza.

Bontà e fedeltà sono le veste nuziali per abitare la casa del Signore, per sedere al banchetto delle nozze.

Ascolta autentico della parola, fedeltà alla preghiera.

Nasca la Carità in ogni uomo, donna, potente della terra se non è ancora nata.

Sia la carità allevata, nutrita con la parola, con il pane eucaristico, con il cibo degli angeli.

Diminuisca sempre il desiderio disordinato, la guerra tra fratelli, l’odio, l’indifferenza: peccati tutti che non permettono all’uomo di sedere alle nozze del Figlio del re, interessi che allontanano dalla gioia della festa di Cristo e che conducono alla morte eterna.

Abitare la casa del Signore sia questo unico desiderio dell’uomo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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