la piscina di siloe
credo, signore!

Apri i nostri occhi con la grazia del tuo Spirito,
perché vediamo colui che hai mandato
a illuminare il mondo e crediamo in lui solo: Gesù Cristo.

Dal Monte della Trasfigurazione al pozzo di Giacobbe con la Samaritana fino al cieco nato per essere illuminati dalla luce che è Cristo, per vedere con occhi nuovi, per contemplare la nuova creazione che il Cristo luce ci dona.

Sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: va a lavarsi nella piscina di Siloe, che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Andiamo con il cieco, alla Piscina di Siloe. Andiamo a Colui che è Inviato e laviamoci, anzi permettiamo a lui di lavarci con il suo Sangue donato dalla Croce per ciascuno di noi.

Siamo creature, siamo e sperimentiamo tutta la nostra umana fragilità ma abbeveriamoci a quel Sangue capace di lavare ogni nostro peccato, di renderci nuova creatura.

Un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Così l’apostolo Paolo dice agli Efesini.

Siamo luce, perché la luce ha guarito i nostri occhi.

Facciamo festa perché ci vediamo, vediamo l’invisibile Padre nel Figlio per opera dello Spirito Santo.

Facciamo festa perché siamo nuove creature e, per dono gratuito, a quella Piscina, da Cristo, ci viene donata tanta bontà, tanta giustizia e tanta verità.

Facciamo festa e non imitiamo coloro che cercano di capire, di dare una spiegazione a tutto, di sottomettere ogni cosa ad una legge.

Non imitiamo i nostri vicini, coloro che rimangono lontani dalla piscina, coloro che pensano di essere salvatori di se stessi ma lasciamo che sia Gesù, ancora una volta, a farsi vicino a noi e ad aprire con la sua saliva impastata al fango i nostri occhi.

Non imitiamo i farisei relegando Gesù ad un’idea, a delle norme, anche se religiose, alle quali sottomettere anche la sua luce, il suo splendore, la sua bellezza che cerca colui che le stesse norme, la stessa legge religiosa, a volte, mette da parte: il povero, il piccolo, l’escluso.

La luce, quella del Monte della trasfigurazione, è capace di guardare il cuore. Lasciamoci aprire gli occhi, vediamo con la luce dello splendore divino e comprenderemo ed ameremo i piccoli.

Non imitiamo i giudei interrogando i nostri genitori virgole i nostri anziani ma prendiamo da loro la ricchezza del vangelo e con questa ricchezza andiamo alla luce ed ascoltiamo la Parola.

Nella Parola, lampada i nostri passi, luce ai nostri occhi, vivremo la nostra fede e nella carità alla piscina di Siloe diremo: Credo, Signore!

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