la piscina di siloe
AMORE INFINITO

Gesù comincia a lavare i piedi ai discepoli. Giovanni ci lascia intuire che Gesù ha dato inizio ad un servizio, quello dell’amore, del lavare i piedi ma questo segno e questo gesto devono diventare realtà, servizio autentico e così riprendendo le sue vesti, quella del maestro e del Signore dice: Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.
Quell’azione da schiavo, lavare i piedi Gesù la concretizzerà da lì a poche ore, consegnandosi a quel legno della croce, dove sarà inchiodato e trafitto perché rimanga memoriale dell’amore grande del Padre per l’uomo, dello Sposo per la Sposa, dell’Amante per l’Amato.
E in questa Messa in Coena domini noi facciamo memoria di questo Amore infinito, in ogni nostra celebrazione eucaristica facciamo memoria e ringraziamo il Padre del suo amore infinito ed eterno. E in modo speciale nella messa in coena domini ripetiamo quel gesto di Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli. È il gesto, quello del lavare i piedi, non dell’imitazione ma del continuare quel cominciò a lavare i piedi. Anzi continuiamo quel cominciò a lavare i piedi perché imitiamo quello che Gesù fece prima: si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita.
E ciò che siamo chiamati a continuare imitando ogni volta che facciamo Eucaristia.
Quel cominciò a lavare i piedi di Gesù, quel segno durante la sua ultima cena divenne realtà, vero nei giorni successivi, dal giudizio di questo mondo fino alla risurrezione passando per il sacrificio, la morte di croce e il suo seppellimento.
La comunità cristiana è chiamata allora a rendere reale, vero il segno della lavanda dei piedi. Se quel segno non si concretizza tutto è stato una drammatizzazione che ha inizio con l’apertura del sipario il giovedì santo e finisce con lo stesso sipario che si chiude la notte della veglia pasquale. Tutto è drammatizzazione che inizia con l’apertura del sipario all’inizio di ogni messa e finisce con lo stesso sipario che si chiude alla fine di ogni messa.
Come ha fatto io, il maestro e signore, fate anche voi, amatevi come io vi ho amati. Siamo chiamati allora a continuare a lavare i piedi, deponendo le nostre vesti, quelle vesti che non ci permettono di vedere l’uomo che è presente in ogni uomo al di là delle sue azioni, siamo chiamati ad alzarci da tavola, dalle nostre comodità e dalla ricerca sfrenata della ricchezza, del potere, del piacere, siamo chiamati a prendere un asciugamano, a farci piccoli, poveri, uomini e donne delle beatitudini, uomini e donne apostoli della pace, siamo chiamati a versare l’acqua, incocando sempre il dono dello Spirito. Tutto questo siamo chiamati a farlo per dare continuità e, oserei dire, per portare a compimento del gesto inziato da Gesù nella cena e sulla croce glorioso. Tutto questo siamo chiamati da ora fino alla nostra risurrezione, passando per il sacrificio, la morte di croce e il seppellimento.
Lo Spirito santo ci doni e ci faccia gustare la bellezza del “Fate questo in memoria di me”.

 

HTML Snippets Powered By : XYZScripts.com