Voi tutti siete figli della luce e figli del giorno. Così l’Apostolo Paolo scrive ai Tessalonicesi esortandoli a rimanere svegli e sobri, in attesa del giorno del Signore che, sicuramente verrà come un ladro nella notte. A noi, Assemblea Santa questa Parola oggi, ci è rivolta, a noi che ci sforziamo di vivere nella luce e di rimanere sobri.
Chiediamo allo Spirito Santo il dono della virtù della sobrietà che ci permetterà di prendere le distanze da tutto ciò che annebbia la nostra mente ed appesantisce il nostro cuore. Chiediamo alla Spirito Santo di renderci vigilanti e capaci di andare con gioia incontro al Signore che viene. Sì, è beato, ci ha ricordato il Salmo, chi cammina nelle vie del Signore, cioè è beato chi pone come meta della sua vita la visione della Gerusalemme celeste, l’incontro con il Signore giudice dei vivi e dei morti.
Padre Francesco, noi Assemblea santa ti diciamo il nostro grazie perché, come presbitero, nella preghiera colletta hai chiesto al Padre di renderci sempre operosi e vigilanti nell’attesa del giorno del Signore, nella speranza di sentirci chiamare servi buoni e fedeli e così entrare nella gioia del Signore. È quanto di più grande e di più prezioso il pastore può desiderare per il suo gregge, è quanto di più bello e di più caro che le orecchie della tua comunità possono ascoltare. Nello Spirito santo che ci chiama tutti alla salvezza ti diciamo dal profondo del nostro cuore: Grazie!
Ma come vigilare, perché essere operosi nell’attesa del giorno del Signore e in che cosa dobbiamo impegnarci?
Ecco la parabola del Vangelo.
Un uomo parte ed affida i suoi beni a dei servi, a ciascuno secondo le sue capacità. Non è difficile intravedere in questo uomo che parte il Dio creatore che ha affidato all’uomo la sua creazione; non è difficile vedere in questo uomo che parte Gesù risorto, non è difficile ripensare alle parole di Gesù nella sua ultima Cena dopo aver lavato i piedi agli Apostoli: Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.
Sì, mentre Gesù prepara per noi un posto ha voluto affidarci i suoi beni. Ma quali sono i beni che ci ha affidato? Spesso i beni sono stati letti come le capacità che ciascuno di noi possiede. No, i beni che Gesù ci ha affidato non sono le nostre capacità perché la parabola ci dice che i beni sono stati affidati a quei tre servi a ciascuno secondo la sua capacità.
Donaci Spirito santo di riconoscere nella vita i beni che Dio ci ha affidati.
A Te, uomo Dio ha affidato la donna.
A te, donna Dio ha affidato la felicità dell’uomo.
A te, sposo Dio ha affidato la tua sposa ed a te, sposa, Dio ha affidato il tuo sposo perché insieme camminiate nelle vie del Signore.
A te, papà e mamma, Dio ha affidato i suoi figli che sono i vostri gioielli perché siate guide sagge e sicure per il loro cammino.
A te, figlio – figlia, Dio ha affidato i tuoi genitori perché tu li sostenga nel momento del bisogno.
A te, fidanzato, Dio ha affidato la tua fidanzata perché la custodisca tutta bella e senza macchia.
A te, fidanzata, Dio ha affidato il tuo fidanzato perché la tua dolcezza lo renda spedito nel cammino di amore.
A te, sofferente ed ammalato, Dio ha affidato la sua Chiesa perché invochi da Dio, mostrando la tua croce insieme a quella del Cristo, la sua misericordia infinita.
A noi, invitati alle nozze dell’Agnello, Dio ha affidato l’umanità, la sposa del suo Cristo.
A te, Padre Francesco, Dio ha affidato la comunità di Campofelice perché tenendo, come Giosuè le braccia alzate in preghiera, ci fai essere vittoriosi di fronte al nemico.
A noi, comunità di Campofelice, Dio ha affidato il nostro Padre Francesco, il nostro Padre Domenico perché sperimentando il nostro amore ci nutrano con abbondanza della Parola di vita e non ci facciano mai mancare il Pane della vita.
Ecco i beni, i più preziosi che Dio possedeva e che ha affidati a ciascuno di noi secondo le nostre capacità.
Scopriamo ancora, con l’aiuto dello Spirito santo, gli altri beni, tutti i beni della creazione e della grazia che Dio ci affida.
E, guardiamoci dall’imitare il terzo servo, il servo malvagio ed infingardo a cui tutto è stato tolto e sforziamoci di seguire l’esempio coraggioso del primo servo e del secondo servo e sentiremo rivolte a noi le parole: Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.