LA SPADA DELLO SPIRITO (MARTINI)


Quando sentiamo l’espressione “Parola di Dio”, non dobbiamo applicarla immediatamente a qualcosa di troppo concreto, per esempio alla Sacra Scrittura, oppure alle parole che ascoltiamo nella predicazione della Chiesa, del Magistero… La Parola di Dio, per essere intesa veramente qual è, va vista e adorata in tutta la sua immensità. C’è tutta una serie di significati per questo termine, che dobbiamo per così dire percorrere, per avere l’idea di cos’è per noi la Parola di Dio.

In primo luogo, sappiamo che la Parola di Dio è il Verbo di Dio, il Verbo del Padre, cioè quella Parola misteriosa che il Padre dice dall’eternità e che è il suo Figlio,

generato, non creato, della stessa sostanza del Padre.1cfr.: Credo Niceno-Costantinopolitano

Si tratta qui della realtà suprema,

Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero2cfr.: Credo Niceno-Costantinopolitano

È la realtà, come ci insegna San Giovanni, dalla quale deriva tutto ciò che esiste: il mondo, la sua storia, le persone, le nazioni, le vicende tutte quante hanno la loro ultima spiegazione, la loro ragione di essere, nella Parola di Dio, che è Parola creatrice, Parola dalla quale sono nati i mondi. È la Parola che sostiene tutto: noi siamo, anche in questo momento, sostenuti dalla Parola di Dio: se viviamo, se respiriamo, se esistiamo è perché essa ci sorregge, ci fa essere.

Questa Parola di Dio diventa parola pronunciata, sillabata nella storia: Dio manda il suo messaggio. E dunque, Parola di Dio saranno anche le parole pronunciate nella storia dai profeti: Isaia, Geremia e tutti i grandi profeti dell’Antico Testamento annunciano la Parola. E questa Parola che annunciano è efficace, creatrice, trasformante.  Quindi, la Parola di Dio non è un “discorso di Dio” – immaginando Dio che discorre come noi discorriamo a tavola, e poi finiamo il discorso e tutto è come prima -, ma è un “messaggio trasformante”, che deriva dal suo Verbo e che, quando è stato ascoltato, non lascia più come prima. È impossibile, infatti, ascoltare una Parola di Dio e non esserne cambiati: o siamo cambiati in meglio avendo detto di sì, o siamo cambiati in peggio avendo detto di no. Non possiamo restare indifferenti di fronte alla Parola, perché è Parola-messaggio, Parola-minaccia, promessa, giudizio, speranza: è una Parola che, in qualche maniera, ci trasforma. Tale era la Parola dei Profeti.

Ora, questa parola profetica e di tutti gli uomini nella storia di salvezza,  a un certo momento, per ispirazione di Dio, viene messa in un libro; abbiamo quindi la Bibbia-Parola di Dio, che comprende le parole pronunciate da Dio nella storia di salvezza è autenticamente conservatevi, affinché abbiano ancora una missione per noi. Così, attraverso la Bibbia noi veniamo a contatto con la forza della Parola Diva di Dio, che non è soltanto lettera scritta, ma soprattutto ciò che vi sta dietro: la forza di Dio che la pronuncia. Leggendo la Bibbia noi ci mettiamo in contatto con il Verbo che, dal seno del Padre, compie l’opera creatrice, santificatrice e rinnovatrice del mondo, e giunge fino a noi.

La Parola di Dio raggiunge, a un certo momento, il  suo culmine nella storia: è il Verbo incarnato, Gesù Cristo. La Bibbia ci porta parole definitive, anche quelle di Gesù, e quindi ha dietro di sé la forza dei Profeti e la forza di Gesù: ma la Parola definitiva è Lui! Quindi, il Cristiano  non è un “uomo del libro”, per così dire; è piuttosto l’ ”uomo di una Persona”, cioè di Gesù Cristo. Il “Libro” ha valore, in  quanto c’è dietro e sotto Gesù vivente virgola che fa vivere la parola.

La medesima Parola di Gesù vivente, che si presenta nella scrittura, vive anche nella chiesa. Di fatto,  Il Nuovo Testamento chiama “Parola di Dio” non soltanto la Bibbia ma anche la predicazione. Anche questa, infatti, si può giustamente chiamare, in qualche modo, parola di Dio: non è infallibile come la parola biblica, ma è infallibile, se volete, in quanto riferisce autenticamente la parola della Bibbia e la parola magisteriale che Dio continua a far vivere nella chiesa. il magistero continua Infatti a parlare ea prolungare l’insegnamento di gesù, che Talora può essere anche dato in maniera autentica è infallibile.

Infine, “Parola di  Dio” possiamo chiamare (anche se in un senso evidentemente analogo e diminuito) una parola di Dio al nostro cuore cioè l’ispirazione interiore non in quanto dobbiamo immediatamente pensare che Dio voglia comunicare a noi e darci privatamente la sua rivelazione infallibile (Egli se vuole può anche farlo e rimane in questo caso una cosa privata per ciascuno di noi), ma perché ordinariamente le ispirazioni che lo Spirito suscita in noi derivano da tutta quanta l’esperienza della Parola di Dio nella chiesa, da tutta l’esperienza biblica, e ci portano fino al cuore la Parola.

Vedete, quindi, che la Parola di Dio è una realtà immensa, che abbraccia tutta la storia di salvezza, nella quale noi, grazie a Dio, viviamo.

La Bibbia non è quindi l’unica ”Parola di Dio”, ma è un momento privilegiato, un momento specialissimo di questa parola, conservando essa per noi le parole dei profeti, le parole di Gesù, le parole degli apostoli, ispirate da Dio per la nostra salvezza.

Ecco, dunque, la “Parola di Dio”.  Se la intendiamo in questo senso così ampio, possiamo veramente capire che il cristianesimo vive «di ogni parola che esce dalla bocca di Dio», come dice Gesù.  Tutta la nostra esistenza, vissuta nella chiesa; nella vita sacramentale, Eucaristica; nella vita di ascolto del magistero e di lettura della Bibbia; nella liturgia; nell’osservanza delle regole delle tradizioni ascetiche, le quali pure derivano dalla scrittura come applicazione della Parola di Dio… tutta la nostra vita è un’obbedienza alla Parola, è un ascolto della Parola. Perciò possiamo realizzare in tutta la nostra vita l’obbedienza a Dio, l’ascolto di lui, cosa che è, in fondo, l’imitare in qualche maniera l’esistenza del Figlio e del Padre:  il Figlio – ci rivela Giovanni – ascolta sempre ciò che il Padre gli dice; e noi, inseriti in Gesù, viviamo a nostra volta dell’ascolto di questa Parola.

Perciò la Parola di Dio è qualcosa che prende tutta la nostra esistenza e la tiene in mano: possiamo ben dire che siamo nutriti continuamente dalla parola di Dio.

 

Perché la Parola di Dio è “spada dello Spirito”?

La lettera agli Efesini ci dice che la parola di Dio e spada, spada dello spirito. essa è parola ispirata, che lo spirito ha infuso nei profeti, in coloro che hanno redatto la scrittura e anche nella chiesa, quando questa parola di Dio viene pronunciata: quindi è lo spirito, che in essa opera. e questa parola ha l’effetto di una spada. evidentemente qui non si vogliono definire tutte le virtù della parola di dio, perché Potremmo dire che essa è pane, olio, bevanda…, la parola di Dio e nutrimento, e luce.

Potremmo portare moltissimi paragoni: San Paolo ne sceglie uno, quello della spada.

Come mai questo paragone della spada? Gesù ha detto una volta: non sono venuto a portare la pace, Ma la spada.

Che cosa voleva dire?  voleva dire che era venuto a distinguere chiaramente nelle cose, a portare divisione, Cioè a separare il bene dal male; positivo dal negativo; chiaro Da scuro; ciò che è per la Fede e per Dio e ciò che invece e diffidenza, amarezza, distacco da Dio.

Gesù è venuto a portare, Tra le tante cose, Questa chiarezza di distinzione, questa divisione tra bene e male, la quale- come ci insegna la parabola della zizzania e del buon grano- e continuamente presente nel regno dei cieli. Il regno di Dio, come noi lo viviamo e mescolanza di bene e di male; in noi stessi viviamo la parabola della zizzania e del buon grano: bene e male con vivono in noi. naturalmente Gesù non ha voluto dire, con questa parabola, che dobbiamo confondere la zizanie col buon grano; Ha voluto dire che crescono insieme e che Dio lo permette; e che, soltanto alla fine, ci sarà la divisione fisica dell’una e dell’altra. Però siamo invitati già fin da ora a compiere un discernimento interiore, Cioè a chiarire che cosa è zizzania E che cosa e buon grano in noi, a fare questa distinzione specialmente nel nostro intimo: perché siamo chiamati a giudicare noi, non Gli altri e, quindi, a rivolgere l’attenzione sul nostro cuore, per lasciarci distinguere dalla parola di dio..

qui, dunque, si dice che, di fronte alla parola di dio, noi siamo non soltanto nella situazione di chi gode di un cibo, si rasserena per una luce, si disseta per una bevanda; ma anche di chi si lascia giudicare, si lascia squadrare, si lascia mettere in questione, si lascia dividere dall’interno. la parola di Dio ha, infatti, anche questa forza: ci dice, riguarda noi stessi, qualcosa Di nuovo, qualcosa di decisivo, qualcosa che ci porta a decidere..

Questo aspetto della parola di dio, questo aspetto di discrezione ( spada che discerne), hai sviluppato in un passo molto noto della lettera agli ebrei, che possiamo leggere anche qui insieme per capire meglio come la parola di Dio e spada.

dopo aver esposto nella Lettera agli ebrei, la Giada noi Commentate requisitoria contro la diffidenza del Popolo d’Israele che, arrivato alla soglia della terra promessa, non ha saputo avere il coraggio di fare l’ultimo passo, ma si è tirato indietro per paura, meritandosi di ascoltare la voce di Dio nella sua IRA ( non entreranno nel luogo del mio riposo),  San Paolo ora dice:  oggi se udite la sua voce non indurite i vostri cuori

cioè abbiate spirito di confidenza. e insiste su questo oggi due punti la parola di Dio parla oggi, mentre la ascoltate, a voi; Cioè parla adesso, mentre l’ascoltiamo, a noi. ed è una parola che non risparmia. Infatti è viva( Cioè non è qualcosa di lontano, ma è qui adesso, è una persona viva che ci parla, che esige) efficace( cioè, fa ciò che vuole); è più tagliente di una spada a doppio taglio: essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello Spirito, delle giunture delle midolle, e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.

e qui espressa con termini molto efficaci la capacità di penetrazione della parola di dio, che non lascia niente di nascosto:Penetra perfino la Dov’è il chirurgo più attento- nell’antichità soprattutto- non Riusciva a distinguere: la parola di Dio  distingue,, discerne punto qui per anima si intende la psiche dei Greci virgola il luogo dei sentimenti e dei risentimenti. lo pneumatico la lo spirito, e invece il luogo della devozione, dove sia il culto retto, La dedizione giusta, la deferenza regolate santa. la parola di Dio virgola dunque, distingue tra sentimenti, risentimenti, sentimentalismi da un lato e, invece, devozione, dedizione, abbandono, dimenticanza di se, nascondimento di sé. queste cose, spesso, sono mescolate noi l’una all’altra, tanto che è difficile giudicare che cosa sia sentimento e che cosa, invece impegno; che cosa sia 0 E che cosa gli sentimento naturale. dobbiamo rinunciare a giudicare queste situazioni negli altri, perché spesso ci assolutamente impossibile vederle. perché Gesù ci invita a dire due punti non giudicate e non sarete giudicati. ma in noi la parola di dio, grazie a lui, può fare chiarezza due punti ci invita discernere quelli che sono slanci emotivi passionali da quello che invece la passione di dio, lo Zelo di dio, l’amore di dio, la serenità forte e generosa della sua volontà in noi. ci invita a distinguere tra giunture midolla Le giunture sono quelle che tengono insieme il nostro sistema la nostra struttura le midolle invece sono ciò che ci riempie. ci invita a distinguere, dunque, ciò che noi e sostanziale, strutturale e che quindi non si deve mai lasciar cadere, da ciò che è, è soltanto riempitivo, nostro gusto personale, che può anche mutare, che può essere purificato. ci insegna a distinguere, scrutare dice San paolo, i sentimenti e i pensieri- nel testo Greco si parla di enti meses e di noia-, Il luogo della fantasia e quello della mentalità, l’una e l’altra, quindi virgola in tutti i ricettacoli del nostro spirito. e come compie quest’opera la parola di Dio? seguendo questa descrizione, potremmo pensare a una sorta di psicanalisi, per cui la parola di Dio può essere pensata come qualcosa che ci permette di vedere, di bilanciare quasi esattamente ogni nostro sentimento; ma credo non sia questa la via per conoscere noi stessi: Non è Infatti moltiplicando le ore di esame su di noi, che ci conosciamo davvero. la parola di Dio agisce così perché ci mette di fronte all’altro, al diverso da noi, e quindi ci scuote, e fa venire a galla e noi quelle cose che, invece, finché guardavamo soltanto a noi stessi, erano confuse. la parola di Dio agisce , soprattutto per irradiazione: cioè, guardando dio, guardando Gesù cristo, guardando la sua povertà, la sua umiltà, la sua sopportazione, gli insulti che riceve, come egli è sulla croce, Allora ecco che, adagio, sentiamo che si che si chiariscono in noi le cose, i sentimenti: quelli che vanno verso di lui e quelli che invece sono distanti da lui. la parola di Dio a questa forza di purificare, di mettere a nudo all’interno e di lasciarci senza fiato, di obbligarci a stare di fronte a dio, alla sua grandezza, alla nostra diversità ea riconoscere la nostra povertà. Ecco come la parola di Dio agisce in quanto spada Lo spirito vivente ci penetra, al contatto con il mistero di dio, ci trasforma e chiarisce il nostro interno

 

come lasciarsi penetrare dalla spada della parola?

come si fa in pratica? che cosa pensa San Paolo che i suoi lettori debbano fare per lasciarsi rovistare internamente dalla spada della parola di Dio? credo che potremmo qui citare un brano della lettera ai colossesi, capitolo 3, versetto 16 e seguenti, che ci dà una giusta di indicazione su come questa raccomandazione vada Intesa In pratica:

la parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; amministrative ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali.

La regola carmelitana, A sua volta, ispirandosi a questo passo, dice:

la spada dello spirito, che è la parola di dio, sia frequentemente sulle vostre labbra e nei vostri cuori.

dunque, due cose ci vengono suggerite: parola di Dio sulle labbra e parola di Dio nei cuori.

 

la parola di Dio sulle labbra

parola di Dio sulle labbra significa che è tutta la nostra vita a compiere questo ufficio, attraverso i salmi, le letture, l’ascolto della Bibbia nella liturgia: la parola di Dio e continuamente sulle nostre labbra. se a questo Poi aggiungiamo un po’ di meditazione o di lettura privata della scrittura, specialmente dei fasci legati alla liturgia, Allora facciamo sì che la parola di Dio abita in noi.

notate la somiglianza di questa frase: La voi, con meritato il Cristo abiti in voi per la fede. si tratta della parola viva di dio, che è il Cristo; non soltanto della parola scritta, di carta, ma di Cristo Vivo che ci si comunica attraverso la sua parola. tutto ciò che nella nostra vite uso dei salmi uso della scrittura, ea loro modo per far vivere noi questa parola di dio. soprattutto per quanto riguarda i salmi virgola vorrei suggerire di approfittare molto di questo momento privilegiato della parola di dio. ho detto che nel Nuovo Testamento il libro più citato e Isaia; avrei dovuto dire is agli esami. la comunità primitiva Cristiana viveva soprattutto di questi due libri- poi Vengono esodo ed altri-, ma questi sono i due principali. i salmi erano la preghiera della comunità. non soltanto, come vi sarà Certamente già stato insegnato e spiegato più volte, possiamo leggerli nella prospettiva di Cristo e della chiesa, ma potremmo anche servirsene per la preghiera più privata, più personale, come fa il nuovo testamento. sapete infatti che Nuovo Testamento cheat esami Talora mettendo insieme versetti diversi; Si vede che quelle persone avevano tanta fame di familiarità con questi testi: da s a memoria prendevano qua e là, componendo preghiere e proprie e nuove.

mi pare che un modo ottimo di passare un tempo di preghiera, soprattutto se l’anima bisogna in qualche momento di essere un po’ mossa, liberata dalla vestizione, potrebbe essere quello di prendere, così come la memoria ce li porta edicola i brani di salmi che corrispondono alla nostra situazione, e vegetali come vengono, uno dopo l’altro, componendo così il nostro Salmo personale. del resto, anche la Madonna per il Magnificat ha fatto così: ha preso pezzi dell’Antico Testamento e li ha messi insieme. Perché non possiamo anche noi di sollevarci, se in un certo momento la preghiera cade o ha bisogno di sostegno, con un simile atteggiamento: unire brani di salmi uno con l’altro, parafrasi, Andria li? ricordo l’impressione che mi ha fatto un santo vescovo che, in una riunione di preti, per dire la preghiera preparatoria aveva scelto un salmo e poi, leggendolo tranquillamente, intercala va qua e là qualche parola in riferimento alla situazione che stava vivendo: il Salmo subito acquistava attualità, con solo due o tre parole aggiunte. anche il Nuovo Testamento fa così: ci da loro ad attuale. dovremmo usare dei salmi non soltanto come di un tesoro prezioso e intoccabile, che deve rimanere tale e quale, Ma come perle di una collana che ci divertiamo a mettere in diversa forma ea infilare secondo disegni diversi, Proprio perché sono il nostro tesoro. così otteniamo di riscaldare il nostro cuore in momenti in cui magari la stanchezza, la fatica, la distrazione rendono difficile una certa attività spirituale; e ritorniamo nell’atteggiamento di dono, di dedizione, che è fondamentale per la nostra preghiera. parola di Dio sulle labbra, quindi. Come vedete, si potrebbe dire molto altro; ma basta già soltanto qualche indicazione sulle tante che la parola di Dio sulle nostre labbra può significare, affinché ci nutriamo veramente di essa.

 

Sola di Dio nei cuori

qui virgola è il punto fondamentale, difficilissimo da esprimere. tutto consiste nel modo in cui ci mettiamo di fronte alla parola di dio. la lettera agli ebrei, nel Passo già citato al capitolo iv, dopo aver detto che la parola scruta i sentimenti e i pensieri del cuore, aggiunge che non vi è creatura che possa nascondersi davanti alla parola di Dio( e addio stesso, che in questo momento viene identificato con la sua parola), ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi, ea lui Noi dobbiamo rendere conto. quindi, tutto sta nel metterci di fronte al verbo in atteggiamento scoperto, aspettando di essere giudicati, maestra ti, illuminati da lui. non andiamo alla parola per cercare noi stessi, o qualcosa che crediamo già di sapere, ma per essere illuminati su ciò che non sappiamo di noi stessi; per trovare delle sorprese, delle novità, delle cose che magari In un primo momento ci sconvolgono, ci fanno riflettere punto fondamentale l’atteggiamento di accettazione: lasciarsi immolare dalla parola di dio, per così dire, la quale viene noi e ci taglia e ci vuole anche crocifiggere talora… e metterci in questo atteggiamento di non nascondimento, ma di vulnerabilità, di accettazione. con questa condotta possiamo scoprire molte cose nuove, in Dani che forse abbiamo già ascoltato 1000 volte.

se ci mettiamo con questo cuore davanti a un salmo, possiamo vedere che cosa ci dice veramente: perché questa parola? perché questa insistenza? Che cosa vuol dire a me? così, Dio comincia a parlarci, Cioè a farci vedere come, tra anima e spirito, e tra giunture e midollo, tra fantasia e mentalità pratica, ci sono tanti angoli che devono ancora essere chiariti, illuminati dalla stessa parola. essa diviene Allora davvero un arma risanatrice per noi, e ci trasforma veramente, per lasciarci invadere dai fiumi di salvezza che Dio prepara per noi. Dobbiamo quindi chiedere la grazia di comprendere la parola di Dio di essere disponibili, di illuminazione: chiederla per noi e per tutti quelli che per ufficio, per vocazione, per impegno professionale devono occuparsi della parola di dio… chiedere che la parola di Dio sia sempre per tutti fuoco che brucia, c’è qualcosa che non possiamo prendere tra le mani, ma da cui possiamo lasciarci scaldare luminale, qualcosa che sempre al di sopra di noi, che ci rappresenta Dio come sempre più grande, di cui non possiamo mai capire abbastanza. chiediamo quindi per tutti se volete Chiedete anche per me questa grazia di comprensione della parola del signore.

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