O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé.
Questa la preghiera-colletta con la quale il presbitero, tenendo le braccia alzate, come Mosè, si rivolge al Padre, oggi, all’inizio della celebrazione eucaristica che segna l’inizio anche del tempo di Avvento.
La volontà di andare incontro al Cristo con le buone opere.
I giorni e il tempo annunciati dal profeta Geremia, ed oggi ascoltati da noi, in Cristo veniente sono compiuti: il Germoglio giusto che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra è germogliato: nel Bambino Gesù alla grotta di Betlemme, nel Risorto alla tomba vuota del giardino della risurrezione.
E la prima opera buona da compiere con grande volontà, scelta certa, è quella di mettersi sulla via diritta, sulla via che ci porterà alla grotta di Betlemme prima e dinanzi al giudice misericordioso dopo.
Con il Salmo 24 preghiamo e supplichiamo:
Fammi conoscere Signore le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri,
guidami nella tua fedeltà
e istruiscimi.
Guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via
poiché buono e retto è il Signore,
la via giusta addita ai peccatori.
Vegliate dunque in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere. Sfuggire al giudizio di Dio, sfuggire per non scomparire con quanto è montano, sfuggire per accogliere il bello, il buono, il santo.
E ciò che nel Vangelo può sembrare un messaggio di sventura, come il nostro combattimento che si fa veglia e preghiera per sfuggire ad ogni male, è annuncio di gioia, di pace.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Gesù sta citando il profeta Gioele che con linguaggio apocalittico annuncia e proclama l’arrivo del giorno del Signore. Le catastrofi il segno della caduta di ogni ordine sociale ingiusto ed annunciano di conseguenza l’inaugurazione di una nuova speranza. Tutto quello che è potenza del mondo, mentalità montana è destinato a morire. Eccoci un annuncio oggi giunge alle nostre orecchie: la liberazione è vicina e noi ci accorgiamo della sua vicinanza perché facciamo costantemente esperienza che le luci ingannevoli che il mondo fa brillare non danno gioia, non rendono felici, anzi ci fanno nemici, guardinghi gli uni degli altri, pronti sempre a fregare il prossimo, il vicino, il tuo stesso parente, amico, fratello.
E allora risolleviamoci di nuovo alle acque battesimali, alziamo il capo e mentre vediamo scomparire, il male, il peccato e tutto quanto il mondo ci offre, conserviamo noi stessi, con la volontà di andare incontro con le buone opere al Cristo che viene, dalle ubriachezze e degli affanni di vita, perché il giorno del giudizio non ci piombi addosso all’improvviso.
Vegliamo, preghiamo incessantemente perché il Signore ci faccia crescere e sovrabbondare nell’amore verso tutti mentre ci conserva e conserviamo i nostri cuori nella santità nell’amore.
Mostraci Signore la tua misericordia e donaci la tua salvezza: sia il nostro vegliare sia la nostra preghiera.