Resta con noi, Signore. Il giorno volge al tramonto. I discepoli di Emmaus.


Ed ecco.
In questo modo l’Evangelista Luca dà inizio al racconto dei discepoli di Emmaus.

Ed ecco.
Così Luca esorta tutti noi, oggi, non solo ad ascoltare ma anche a guardare con gli occhi della fede, del cuore il cammino dei discepoli di Emmaus, il loro incontro con Gesù, l’annuncio prima dei discepoli a Gesù e, poi, di Gesù ai discepoli e, infine, la Cena Eucaristica.

Ed ecco.
Mentre ascolti guarda, ed ecco questo tempo sarà il Kairos, l’opportunità di un cammino fatto insieme, accanto ai discepoli di Emmaus, con Gesù verso quel Resta con noi perché si fa sera e il giorno volge al tramonto. Ed ecco: la Cena Eucaristica.

Ed ecco.
I discepoli conversavano tra loro. Guarda adesso con gli occhi della fede, del cuore e vedrai i discepoli discutere tra loro di quanto è avvenuto ma subito dopo pregano insieme, cercano insieme. In quel conversare vi è non solo la discussione ma anche la preghiera, il cercare insieme. La loro conversazione, il loro discutere è molto simile alle nostre odierne conversazioni e discussioni che spesso diventano anche preghiera, un pregare insieme, un cercare insieme di comprendere, oggi, la nostra unica esperienza.

Ed ecco.
Gesù si pone accanto ai discepoli. Tu, guarda con gli occhi della fede, del cuore e vedi Gesù farsi samaritano, camminare con loro ma… ed ecco, guarda non lo riconoscono perché i loro occhi sono impediti dal riconoscerlo. Ed ecco. Guarda e vedrai i discepoli continuare a discutere, a pregare e a cercare da soli mentre accanto a loro c’è Gesù. Ed ecco. Camminano da soli, pregano da soli, cercano da soli.

Ed ecco.
Guarda è Gesù che, forse stanco di camminare da solo nonostante i due discepoli fossero accanto a Lui, quasi costretto, (con fare gentile o con scortesia giudica tu stesso) chiede ai discepoli: Ma di cosa state parlando? Solo tu non sai ciò che è accaduto? Gesù è davvero un intruso in quel camminare dei due discepoli. Ed ecco, guarda. La sua Parola ha infastidito il cammino dei due discepoli, ha infastidito la loro discussione, la loro preghiera, il loro cercare.

Ed ecco.
Guarda con gli occhi della fede, del cuore: i due discepoli sono tristi, sono senza speranza perché sono senza il loro Maestro nonostante che Gesù cammini accanto a loro, con loro.

Ed ecco.
Adesso guarda ed ascolta. I due discepoli raccontano, iniziano a raccontare a Gesù la sua stessa storia. Quanta meraviglia suscita questo al nostro guardare! …ma è il bello anche del nostro tempo: raccontiamo a Gesù, oggi, la nostra storia che è la sua storia, raccontiamo a Gesù il nostro tempo che è il suo tempo da quando ha iniziato a camminare accanto all’uomo: non vi lascerò mai soli.

Ed ecco.
Guarda adesso per un tratto di strada il tuo camminare, il nostro camminare, il nostro tempo che si chiama quarantena nonostante viviamo la terza domenica di Pasqua. Il nostro camminare è senza gioia e senza speranza perché Gesù non è con noi anche se percorre le nostre stesse vuote strade così come non era con i discepoli di Emmaus anche se cammina accanto a loro.

Senza gioia, senza speranza, senza il Signore, il risorto, è un camminare verso la tristezza, verso la morte definitiva. Nessuna luce all’orizzonte né per i discepoli di Emmaus né per noi della quarantena.

Ed ecco.
Guarda con gli occhi della fede, del cuore. La tristezza dei discepoli è interrotta da qualche voce
che torna alla loro mente, quella delle donne che la mattina avevano annunciato di aver visto il sepolcro vuoto. Anche la nostra tristezza, come quella dei discepoli è interrotta da qualche voce, da quella di Francesco, per tanti ogni mattina ma solo per un breve tratto di tempo: dalle ore 7,08 alle ore 7,16 circa! Poi tutto come prima, come per i discepoli di Emmaus.

Ed ecco.
Guarda attentamente ed ascolta.
Gesù si rivolge ai discepoli. Stolti e lenti di cuore. Quasi un insulto, un rimproverare loro apertamente la loro poco fede, il loro camminare chiusi in sé stessi, nel proprio io.

Così commenta la biblista Rosanna Virgili:
Stupidi e tardi, li accusa il compagno di strada, Incapaci di capire il rapporto tra la sofferenza e la gloria. Tra ciò che si vede, che è in superficie, e ciò che si sente, che si assume, che si attraversa. Tra lo smalto del potere e il dolore dell’amore. Imparò l’obbedienza da ciò che soffrì. Avete le Scritture a testimoni di quanto è accaduto al Cristo, ma voi siete lenti…Gesù spiega loro tutte queste parole… ma non sarebbe bastato neppure questo, nessuna parola spiegata sarebbe penetrata nella mente dei due discepoli, se Gesù non avesse accettato di restare a casa con loro. Così La biblista.

Ed ecco. Guarda mentre diciamo con i discepoli: Resta con noi, Signore, perché si fa sera e il giorno volge al declino.

Resta con noi perché possiamo far Cena con te, gustare davvero il tuo Pane Eucaristico e dissetarci anche al Vino Eucaristico.

Torneremo alle nostre Chiese, faremo Cena con il Risorto e nel modo di spezzare il suo Corpo di Pane e la sua Coppa di Sangue lo riconosceremo, saremo davvero gioiosi, sarà Pasqua.

Alla fine del nostro camminare il nostro Kairos faremo Cena Eucaristica e, nelle nostre Chiese cristiane, allora, sarà il modo di mangiare la Cena del Signore che farà la differenza. Ed ecco, guarda adesso la tua comunità, la tua chiesa: sarà l’amore fraterno e vicendevole che farà la differenza tra un’eucaristia di salvezza o un’eucaristia di condanna.

Ed ecco. Guarda Gesù sparì dalla loro vista.
Ed ecco i discepoli con noi adesso corrono ad annunciare: Ed ecco. Davvero il Signore è risorto!


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