Eccoci dinanzi al sepolcro di Lazzaro con Marta e Maria.
Siamo giunti in questo villaggio, il Villaggio di Betania, attraversando il deserto che è stato luogo privilegiato di incontro con il Mistero del Signore della vita e nello stesso tempo luogo di preoccupazioni, di grande solitudine perché l’amico, colui che fa la tua stessa strada vive un altro deserto. E giungiamo in questo luogo, a Betania, con la certezza di sapere già che non siederemo a Cena con il Signore, non mangeremo il suo Pane Eucaristico, non gusteremo la dolcezza della fragranza del Vino.
Giunti al Villaggio attendiamo con Marta e Maria Gesù e unendoci alle sorelle mandiamo a dire a Gesù: Signore, ecco, coloro che tu ami sono malati, camminano a tentoni e desiderano uscire da quel sepolcro chiuso da quella pietra che è un macigno: Io sto a casa e, poi, insieme ce la faremo!
E mentre attendiamo ascoltiamo la Parola del Signore e in essa troveremo consolazione, gioia, speranza che è certezza di risurrezione.
Quanta consolazione troviamo già nel sentire Gesù dire: Tutto questo non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, è a vantaggio dell’uomo che è “gloria di Dio”.
Ecco il Mistero dinanzi al quale tacere ed attendere. Per mezzo di essa il Figlio di Dio viene glorificato.
Ed ancora la consolazione si accresce nell’ascoltare la Parola dell’evangelista Giovanni dire: Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Sì, Gesù ama ciascuno di noi, ama tutti. In Marta, nella sorella e in Lazzaro ci siamo proprio tutti. Non importa e non comprenderemo perché Gesù rimase ancora due giorni prima di intraprendere il cammino verso il villaggio di Betania ma è bello, oggi, sentire Gesù dire: Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo.
Sostiamo ancora nel villaggio di Betania e, con il Salmo 129 rivolgiamo la nostra supplica al Signore:
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.
Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.
E mentre rivolgiamo la nostra supplica al Signore convertiamo i nostri cuori, apriamo i nostri occhi per vedere Gesù commuoversi e scoppiare in pianto, ed accogliamo l’invito di Gesù: Togliete la pietra!
Il peccato che è morte manda cattivo odore ed allora? Viviamo il sepolcro, viviamo la pietra. Pensiamo che il nostro peccato è grande, davvero grande, e, quindi, non possiamo togliere la pietra! Come deve risuonare forte, allora, alle nostre orecchie la Parola di Isaia:
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
Ed ancora ascoltiamo Ezechiele:
Ecco, io apro i vostri sepolcri,
vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio.
Riconoscerete che io sono il Signore,
quando aprirò le vostre tombe
e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete;
vi farò riposare nella vostra terra.
Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò.
Abitiamo ancora il villaggio di Betania e con Maria ascoltiamo Marta dire: Il Maestro è qui e ti chiama. Imitiamo Maria ed alziamoci subito, andiamo da Lui, da Gesù! Fermiamoci ancora ad ascoltare la sua preghiera mentre volge gli occhi al cielo:
Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato.
Io sapevo che mi dai sempre ascolto,
ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno,
perché credano che tu mi hai mandato.
E adesso facciamo silenzio. Il silenzio avvolga tutta la nostra esistenza ed ascoltiamo il grido di Gesù rivolto a ciascuno di noi: Lazzaro, vieni fuori!
È il grido della vittoria: non siamo più sotto il dominio della carne, del peccato, della morte ma dello Spirito che abita in ciascuno di noi. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in noi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai nostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito.
Sia davvero questa la nostra Pasqua!