Zaccaria non crede perché non ascolta e pertanto diventa muto. (19.12.2019)


Prendi con te, Maria, prendi con te la Chiesa, falla tua sposa, rendila grembo fecondo perché ciò che è generato in lei è opera dello Spirito. Così siamo stati esortati dalla Parola di Dio e dall’annuncio dell’Angelo Gabriele a Giuseppe.

Ma saremo capaci di tanto? Avremo forza per suscitare vita noi che scopriamo ogni giorno la nostra sterilità, le nostre debolezze?

Ed ecco giungere alle nostre orecchie due annunci:

  1. il primo annuncio riguarda la nascita di Sansone, narrato nel libro dei Giudici, la prima lettura che abbiamo ascoltato.
  2. Il secondo annuncio la nascita di Giovanni Battista, narrata dall’evangelista Luca che abbiamo ascoltato dal Vangelo.

E in questi due annunci ecco rivelarsi la scelta di Dio per irrompere nella storia dell’uomo con uomini da Lui scelti e consacrati. La scelta cade sempre su persone umili di cuore e deboli: lo attestano la sterilità delle due donne, la madre di Sansone ed Elisabetta, la madre di Giovanni Battista e, inoltre, l’età avanzata dei due padri.

E cosa chiede il Signore a quanti chiama per irrompere nella storia dell’umanità? La piena collaborazione con lui nella semplicità gioiosa e la totale fedeltà al suo progetto di amore.

Lo Spirito conceda a tutti il dono della collaborazione al Signore e la fedeltà al suo progetto d’amore, la fedeltà nel quotidiano alle nostre scelte fondamentali.

Debolezza ed umiltà. Quando sono debole, è allora che sono forte, sono le parole che l’apostolo Paolo rivolge ai corinti. Sì, nel momento in cui sperimentiamo la nostra debolezza, si manifesta la potenza di Dio, che non abbandona, non lascia soli, ma diventa sostegno, forza, fecondità, piena adesione al progetto di salvezza. Cresciamo nella preghiera, come il sacerdote Zaccaria, cresciamo nella nostra unione con Colui che ama e andremo all’essenziale e comprenderemo che non è la potenza dei nostri mezzi che realizza la nostra salvezza, ma è il Padre che opera meraviglie attraverso la nostra debolezza, quella stessa debolezza che il Bambino della notte assume e porta con sé fin sulla croce di legno.

E stasera desideriamo entrare con Zaccaria nel Santo dei Santi, e con lui bruceremo il nostro incenso perché la nostra preghiera come profumo gradito salga fino al Signore. Ci ricorderemo del monito del profeta Isaia quando si scaglia contro un culto ipocrita che Gerusalemme conosceva: Smettete di presentare offerte inutili, l’incenso è un abominio per me.

Entriamo nel tempio, nel santo dei santi e portiamo con noi tutto il peso dell’umanità ed innalziamo la preghiera dell’uomo al Signore.

Zaccaria è il sacerdote, porta con sé la preghiera del popolo ma in cuor suo ha un desiderio, il desiderio di un grembo fecondo, quello di Elisabetta, la sua sposa ma sono entrambi anziani ed Elisabetta è sterile. E mentre il popolo attende fuori, un angelo appare a Zaccaria: non temere Zaccaria poiché la tua insistente preghiera è stata ascoltata e la tua sposa Elisabetta ti genererà un figlio che tu chiamerai Giovanni.

Ma Zaccaria non crede all’annuncio, non crede che la sua preghiera è stata esaudita, non crede perché ancora ancora pensa alla maniera umana; giudica tutto secondo le categorie delle possibilità umane e confida solo nelle sue opere. Zaccaria non crede e diventa muto. Zaccaria non crede perché non ascolta e pertanto diventa muto.

Quale preghiera dal profondo del nostro cuore portiamo al Signore? Come Zaccaria desideriamo un grembo fecondo? Chiediamo il dono dello Spirito per la nostra Chiesa? Chiediamo la santità per la nostra comunità parrocchiale? Chiediamo il dono di un Bambino ed attendiamo che un grembo reso fecondo dallo Spirito lo generi?

E adesso desidero invitarvi tutti a vivere il nostro ingresso nel santo dei santi: fra un po’ faremo una processione ed andremo incontro al Signore che viene nel Pane Eucaristico. E insieme al nostro incenso e alla nostra preghiera portiamo anche con noi ogni nostra debolezza e fragilità perché Lui, il Bambino posto nella Mangiatoia, la possa abitare e mentre lo gustiamo il nostro cuore ascolterà: la tua preghiera è stata esaudita, grande sarà la gioia e l’esultanza in te!


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