Zaccheo. Il pentimento è frutto dell’amore, mai l’amore sarà frutto del pentimento. [XXXI T.O. – ANNO C (3 novembre 2019)]


Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.

Quanto suonano dolci queste parole alle nostre orecchie. Quanta serenità e consolazione alla vita dell’uomo. Il Signore, ci dice la Sapienza, ha compassione di tutti, chiude gli occhi sui peccati dell’uomo e aspetta il pentimento.

E il salmo 144 che ci ha invitati a benedire il nome del Signore per sempre ci ricorda che Lui, il Signore è buono verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. Fedele è il Signore in tutte le sue parole e buono in tutte le sue opere.

Perché continuare a disperare, perché continuare a camminare con gli occhi rivolti alla terra? Alza gli occhi e guarda, il tuo aiuto viene dal Signore, egli è pietoso, grande nell’amore fino a chiudere gli occhi sui peccati dell’uomo e a pazientare finché non si converte.

È quanto abbiamo ascoltato dal Vangelo e che ha sperimentato Zaccheo, il capo dei pubblicani.

Lui, peccatore, anzi capo dei peccatori, sa che Gesù sta attraversando Gerico e desidera incontrarlo, cerca di vederlo ma la folla, cioè i suoi pregiudizi lo hanno reso incapace di vedere, la folla, cioè i suoi pregiudizi lo hanno reso immobile ed ancora incapace di cambiare sé stesso; la folla gli ha tolto ogni speranza e gli ha nascosto il vero volto del Padre. La folla lo ha reso cieco. Veramente è piccolo di statura perché non ha ancora sperimentato quell’amore gratuito del Padre, che tutti risolleva perché ama. Ed allora corre avanti e sale su un sicomoro, cose tutte che non si addiccono ad una persona dabbene, ed attende che passa Gesù.

E Gesù, passando, alza lo sguardo ed incrocia gli occhi di Zaccheo e lo invita scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua.

Zaccheo sperimenta la gratuità dell’amore: non gli viene chiesta nessuna conversione, non gli viene chiesto di stare in alto, oserei dire di essere santo, ma è accolto così com’è, confuso tra la folla e piccolo di statura. È un peccatore ma Gesù, a differenza di tutti gli altri che lo giudicano tale perché tale è, ha già chiuso gli occhi sui suoi peccati ed adesso abitando la sua casa aspetta il pentimento.

Il pentimento è frutto dell’amore, mai l’amore sarà frutto del pentimento.

È entrato in casa di un peccatore! Tutti mormoravano vedendo Gesù camminare accanto a Zaccheo, precederlo o seguirlo fino ad entrare con lui nella sua casa, nel suo cuore.

Non aspettare di essere santo, di essere buono, non aspettare di vincere il peccato, di dominarlo ma permetti a Gesù di alzare lo sguardo
e di incontrare i tuoi occhi e, se ti chiede di fermarsi nella tua casa, corri avanti e spalanca le porte. Lui ha compassione di tutti, ha già chiuso gli occhi sui tuoi peccati, ti dona tutto il suo amore ed attende solo da te il pentimento.

L’amore cambia non solo il cuore ma ogni azione: restituisco quattro volte quello che ho rubato e dono ai poveri metà di quanto possiedo.

Il Figlio dell’uomo, Gesù, è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. Lasciati trovare, lascia al Figlio dell’uomo salvarti: il Padre ha tanto amato il mondo, ogni uomo ed ogni donna da donare il suo Figlio, l’Unigenito perché chiunque crede ed accoglie lo Spirito Paracleto ha la vita eterna, vive la gioia e sperimenta, giorno dopo giorno, la tenerezza della misericordia del Padre.


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