La misera e la misericordia, l’adultera e Gesù: un incontro unico, un incontro di salvezza gratuita.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi, grandi cose ha fatto il Signore per la misera! La parola del profeta Isaia oggi trova compimento:
Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Gesù è sul Monte degli Ulivi, prega e all’alba del nuovo giorno si reca al tempio e tutto il popolo andava da lui. Egli è il maestro, colui che ha parole di vita. Anche noi rechiamoci al tempio per essere testimoni di un incontro, dell’incontro della Misera con la Misericordia, dell’incontro dell’adultera con Gesù. Incontro che è memoria di un altro incontro, quello dell’ottavo giorno, del giorno della risurrezione, giorno in cui dinanzi alla tomba vuota, noi miseri, sentiremo dalla voce del risorto il nostro nome. In quel giorno ancora un incontro unico: la nostra povertà con la misericordia, in quel giorno sperimenteremo che l’amore di Dio è tutto per i miseri, è appunto misericordia.
Allora scribi e farisei conducono da Gesù una donna sorpresa in grande adulterio, la posero in mezzo. La donna è posta in mezzo: per gli scribi e i farisei perché deve essere giudicata, anzi già l’hanno giudicata ed attende solamente colui o colei che le darà la morte, per Gesù, la donna è posta in mezzo proprio perché misera ed è quindi al centro del suo amore, del suo cuore, quello di Gesù, è solo per i miseri!
Un cuore e un amore quello di Gesù che è solo per i miseri. Mentre gli scribi e i farisei con la legge in mano puntano il dito verso la misera Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Si chinò proprio come un giorno nel cenacolo dinanzi ai suoi discepoli si abbassò, si chinò, per lavare i piedi.
Si china, scrive per terra, lava i piedi.
Chinandosi si fa servo, schiavo della misera; scrivendo per terra da un cuore di amore alla legge; lavando i piedi fa nuove tutte le cose.
Tutti dinanzi alla legge siamo miseri, siamo peccatori. Ecco perché iniziando dai più anziani tutti si allontanano e nessuno tira per primo la pietra. Rimane solo la misera. Rimane solo la misera con la misericordia, con colui che è tutto per lei.
Ed ecco la prima parola che le orecchie della misera ascoltano da parte del misericordioso: Donna. Il misericordioso non la chiama adultera o peccatrice, non la giudica, pur potendolo fare, ma le dà il nome che è suo: Donna. La chiama con quello stesso nome che ha dato alla madre nel giorno delle nozze di Cana, con quello stesso nome che ha pronunciato dall’alto della croce, con quello stesso nome che ha dichiarato essere color che ascoltano la sua parola.
Non più la misera in Gesù ma con Gesù la misera è donna. Gesù non ha atteso il suo pentimento, la sua richiesta di perdono ma, si alzò, e dall’alto della Croce disse. Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?
Ecco la donna, come il centurione ai piedi della croce, fare la sua professione di fede: Nessuno, o mio Signore. Nessuno, o mio Dio. Nessuno mi ha condannata ma tu solo o mio Dio mi hai ridato dignità, mi hai dato il mio nome, mi hai chiamato donna!
Andiamo verso la luce della risurrezione, miseri come la misera, e all’alba di quel nuovo giorno, all’alba dell’ottavo giorno le nostre orecchie gioiranno nell’ascoltare dalla voce del risorto il nostro nome!