Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti! [XXIII T.O. – B (9 settembre 2018)]


Le nostre orecchie hanno ascoltato l’annuncio del profeta Isaia:
   Coraggio, non temete!
   Ecco viene il vostro Dio,
   giunge la vendetta,
   la ricompensa divina.
   Egli viene a salvarvi.
Qual è la vendetta e la ricompensa divina?
Il profeta Isaia non lascia nell’incertezza ed annuncia la vendetta, annuncia la ricompensa. Non è una vendetta di morte o di distruzione ma è vendetta a vantaggio della vita, della salvezza.

Coraggio, non temete!

Coraggio, non temiamo noi che sperimentiamo lo smarrimento del cuore.

Ecco la vendetta, ecco la ricompensa:
   Gli occhi dei ciechi si apriranno,
   gli orecchi dei sordi si schiuderanno.
   Lo zoppo salterà e il muto griderà di gioia.

Quanta difficoltà abbiamo a comprendere una simile profezia, quanta difficoltà a comprendere la vendetta del Signore. Una difficoltà anche per noi che crediamo nella tomba vuota, segno di un amore misericordioso ed infinito per l’uomo, per ogni uomo da parte del Padre.

E nel Vangelo Gesù percorre tutto il territorio, da Tiro alla Decapoli passando per Sidone: ogni uomo, anche i pagani, devono ascoltare ed annunciare nella verità di Dio la vendetta divina. Anche i discepoli non comprendono perché non ascoltano e non parlano speditamente perché le loro orecchie sono sorde alla novità del vangelo.

In quel sordo balbuziente vi è ogni discepolo e il suo cuore di pietra che desidera e preferisce un Dio che punisce la colpa dei padri anche nei figli a un Dio il cui nome è Amore.

In quel sordo balbuziente vi è ogni uomo, ogni pagano, che osserva da lontano le opere del Signore ma si ritiene straniero ed è considerato straniero da parte dei discepoli stessi.

Questo sordo balbuziente viene portato da Gesù e pregano Gesù di imporre su di lui la mano. Ma Gesù, lo prende in disparte, così come ha fatto e farà con i suoi discepoli, gli apostoli, quando sono stanchi, quando deve spiegare loro il senso di una parabola, quando pregherà nel giardino della sofferenza il Padre suo.

Gesù prende in disparte il sordo balbuziente.

Non basta il gesto della imposizione della mano ma è necessario porre le dita nell’organo dell’udito del sordo, toccare con la sua saliva la lingua del balbuziente e, guardando il cielo ed emettendo un sospiro dire: Effatà, apriti. Non è l’organo dell’udito e la lingua che devono essere guariti ma il cuore di quel sordo balbuziente. Gesù non dice: “apritevi orecchie e lingua” ma “effatà, apriti,” rivolgendosi di certo al cuore di quel sordo balbuziente.

Gli orecchi si aprono, si scioglie il nodo della sua lingua ed adesso può parlare correttamente. Adesso può comprendere la profezia di Isaia e quale sia la vendetta divina, adesso può parlare correttamente ed annunciare che vendetta divina è “Gli occhi dei ciechi si apriranno, gli orecchi dei sordi si schiuderanno. Lo zoppo salterà e il muto griderà di gioia”.

Quante orecchie ancora oggi devono essere aperti, quante lingue ancora oggi devono parlare correttamente. Quanti cuori ancora oggi devono convertirsi alla profezia di Isaia.

La Chiesa ed ogni comunità cristiana, spesso sorda e balbuziente, deve correre da Gesù e lasciarsi portare lontana dalla folla, in disparte, perché l’unico suo maestro e Dio, il Signore Gesù la renda capace di ascolto autentico e di parlare correttamente.

La chiesa ed ogni comunità cristiana, oggi, deve farsi compagna di viaggio di quel Gesù che, solo, i suoi discepoli non sono menzionati da Marco, esce dalla regione di Tiro, passa per Sidone, viene verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decapoli per annunciare la pazienza di Dio che si china su ogni uomo.

Ascoltare con cuore puro e parlare correttamente nella verità è certezza di camminare con Gesù, di essere suoi discepoli testimoni delle acque che scaturiranno nel deserto e dei torrenti che scorreranno nella steppa.

Lo stupore allora invaderà il cuore di ogni discepolo, il nostro cuore e, come alla fine della creazione, in questo nuovo primo giorno, l’ottavo della profezia, diremo: ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!


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