Nel Vangelo che ascoltiamo oggi, ancora un “guai” e, stavolta, è rivolto a coloro che amano far brillare il bicchiere di vetro solo all’esterno e non si preoccupano della tanta polvere che nasconde dentro.
È un “guai” rivolto all’uomo di oggi, all’uomo dell’immagine che vive la società dell’apparenza.
Mi viene in mente un’altra espressione di Gesù. Rivolgendosi a persone potenti dice loro: “ sepolcri imbiancati, belli fuori a vedersi ma dentro putrefatti”.
Oggi siamo chiamati ad interrogarci sul nostro cuore e sull’amore che anima ogni nostra azione.
Un cuore e un amore spesso dimenticati perché preoccupati del nostro aspetto esteriore. Pensiamo che sia importante, e la mentalità mondana di oggi questo ci suggerisce, curare ogni nostro particolare esteriore e mostrarci belli agli altri ma… attenzione a non aprire bocca e a non dire ciò che pensiamo: quanto vuoto sulle nostre labbra e nei nostri pensieri. Un vuoto che spesso colmiamo con l’apparenza di un’immagine che svanisce come il fumo.
Curare e prendersi cura del cuore costa sacrificio ma, mentre ciò che è effimero, passeggero ed illusorio non da gioia, esso è fonte di bontà e di bellezza vera, duraturi. Un’amicizia basata sull’apparenza esteriore è destinata a finire così come l’amore ed ogni rapporto umano mentre tutto ciò che trova fondamento nel cuore è eterno.
Al buon Gesù chiediamo un cuore e la capacità di curare sempre il cuore!