La Pasqua è vicina, sia grande la nostra gioia ed infinita la nostra Letizia. [IV Domenica di Quaresima – Anno B (11 marzo 2018)]


«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto,

Quarta domenica di quaresima, la Pasqua è vicina, i nostri occhi vedranno lo splendore della Gloria Divina, il nostro cuore troverà quiete perché riposerà nel grembo materno di Dio.

È gioia, è letizia perché, come ci ricorda il libro delle Cronache, Dio ha compassione del suo popolo e della sua dimora, Dio ha compassione della sua Chiesa, dell’umanità e di ogni uomo, tempio, dimora di Dio.

Ancora per qualche giorno con il Salmo 36 diremo:

Come cantare i canti del Signore in Terra straniera?

E in questi giorni, con Nicodemo, nella notte che sta per essere vinta dalla luce, andiamo da Gesù, sediamoci pure e ascoltiamo con attenzione, facciamo giungere al nostro cuore la Parola di Gesù, certamente consolante.

E Gesù ci proietta a quel Monte alto, il monte della Passione e della Risurrezione, dove “bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna”.

Non c’è risurrezione, vita eterna, se non credendo in Lui, nel Crocifisso che regna dall’alto della Croce.

Come il popolo guardando al serpente innalzato da Mosè veniva salvato, così ogni uomo che abbraccia il Figlio di Dio innalzato sulla croce ha la vita eterna.

La vita eterna, la nostra vita eterna, non dipende dalle nostre opere o dalla nostra capacità progettuale  ma da un abbraccio, l’abbraccio forte con Colui che non chiede niente se non sentire il calore di un abbraccio, del nostro abbraccio.

Dio ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere donando e mandando il Figlio unigenito non per condannare il mondo ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui.

La salvezza è in quel dono, la salvezza è in quella missione, la salvezza è accogliere la luce che viene nel mondo, luce che vince le tenebre, luce che vince il buio del peccato.

Riascoltiamo ancora quella parola consolante di Gesù a Nicodemo, riascoltiamola noi bisognosi di misericordia perché sperimentiamo ogni giorno il peso del nostro peccato e della nostra infedeltà all’amore, amando e scegliendo le opere delle tenebre e non permettendo alla luce di brillare,  riascoltiamo Gesù dire a Nicodemo: Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui.

E l’apostolo Paolo Rivolgendosi alla comunità di Efeso ed oggi a noi così dice:  Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene.

La Pasqua è vicina, sia grande la nostra gioia ed infinita la nostra Letizia:  il Figlio dell’uomo sta per essere innalzato sulla croce e noi correremo a lui e a lui faremo sentire forte il nostro abbraccio e in quell’abbraccio troveremo la nostra salvezza, la vita eterna.


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