Andremo alla casa del Signore [I avvento – 01 dicembre 2019]


Con la prima domenica di avvento inizio un nuovo cammino alla luce della Parola, la sola capace di dare luce al buio che inevitabilmente il giorno, un susseguirsi di luce e di buio, presenta.
Un nuovo cammino! Perché nuovo?
Perché nuova è la Parola che giungerà alle nostre orecchie e al nostro cuore. Nuova la Parola perché essa è come l’acqua della fontana: scorre, ti disseta sempre e pur essendo sempre la stessa acqua non ti disseterà mai con l’acqua che già ti ha dissetato.
Ecco l’uomo giungere alla fontana, assetato e incapace di camminare, di scrutare ciò che gli sta attorno, bere, dissetarsi e, solo dopo essersi dissetato rendersi conto che aveva bisogno dell’acqua, aveva sete. Adesso che si è dissetato può riprendere il cammino, può scrutare ciò che gli sta attorno.
È un cammino nuovo, perché nuova è la Parola e nuovi sono stati resi i nostri occhi dalla Parola!
Un cammino, un pellegrinaggio anzi, un viaggio che ha come meta la vita piena solo di amore, di carità.
E l’avvento, questo tempo liturgico che da inizio al nuovo anno, è caratterizzato dalla gioia.
Così infatti il salmo ci esorta:
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Andare alla casa del Signore è una gioia, non può non essere una gioia. Ma qual è la casa del Signore? È il suo Regno, il Giardino dell’Eden, la Gerusalemme celeste. Ma la casa del Signore è anche il tuo cuore. Nel tuo cuore infatti ama dimorare il Signore, se desideri trovarlo cercalo in te! «Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe,
perché ci insegni le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Accogliamo l’invito del profeta Isaia, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe perché ci insegni le sue vie. Qual è il monte del Signore? Qual è il tempio del Dio di Giacobbe? La grotta di Betlemme, il sepolcro della risurrezione. Corriamo, andiamo con gioia alla grotta per trovare la via che conduce al sepolcro della risurrezione.
Gesù nel Vangelo ci invita a non lasciare trascorrere la vita come fu ai tempi di Noè: gli uomini mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito e non si accorgevano di quanto avveniva attorno a loro, non si accorgevano di Noè che costruiva l’arca fino al giorno del diluvio.
E la venuta del Figlio dell’uomo troverà tutti al lavoro ma alcuni confidano nel Signore, volgono gli occhi continuamente al cielo; altri, invece, confidano solo in sé stessi, non si accorgono del fratello o della sorella e mai alzano gli occhi al cielo.
Ed ecco Gesù: Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore verrà. Vegliate nella notte, vigilate contro il nemico, tenete la lampada accesa, portate con voi l’olio della carità. Sarà come un ladro il Signore che viene perché avete fatto della casa del Signore, il vostro cuore e la vostra comunità, la vostra casa.
Quell’ora, tanto bella da non poter essere nemmeno immaginata, verrà di certo: la notte è avanzata e il giorno è vicino perciò rivestiamoci di Cristo e della sua gioia, origine e certezza della Penitenza, della metanoia, della vita nuova e piena di Amore.


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